Con estremo piacere riceviamo e pubblichiamo un comunicato dell'amico Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia, da sempre sostenitore del nostro Forum "Salviamo il Paesaggio".
Segrate non è attraversata dal Naviglio Martesana, ma le belle notizie che arrivano dai vicini di casa si condividono con gioia!
Milano, 28 febbraio 2015 COMUNICATO
STAMPA
Segrate: il PGT del cemento ora è carta straccia, salvi gli
ultimi campi dell'hinterland milanese
Non sorgerà MILANO 4: il TAR conferma le certezze degli
ambientalisti sull'illegittimità del piano urbanistico
segratese
"Senza l'opposizione di cittadini e ambientalisti, il PGT
di Segrate avrebbe cementificato gli ultimi 150 ettari di
suolo agricolo"
Una sentenza ora lo dice a lettere chiare e forti:
l'amministrazione comunale di Segrate e i tecnici che hanno
elaborato il PGT hanno fatto carte false per portare a termine
la più grande operazione immobiliare della Lombardia, che
avrebbe riversato sulle ultime aree agricole e verdi del comune
dell'hinterland milanese una 'Milano 4' di residenze di pregio e
nuove infrastrutture. E dunque il piano urbanistico di Segrate
ora è carta straccia, invalidato dalla sentenza che il TAR
Lombardia ha depositato ieri. Nessuna concessione dunque al
cemento facile che avrebbe dovuto letteralmente 'ingolfare' gli
ultimi campi segratesi.
Segrate è un comune della prima cintura milanese letteralmente
'esploso', decuplicando la propria popolazione, a cavallo tra
gli anni '60 e '70, anche in virtù di enormi operazioni
immobiliari, come San Felice e Milano 2, che ne hanno
completamente stravolto la fisionomia agricola. Oggi infatti
oltre il 75% del territorio di Segrate è urbanizzato, un dato in
continua crescita sebbene la popolazione si sia ormai assestata
da oltre un trentennio a circa 34.000 unità.
Non paga di questi numeri, l'amministrazione comunale nel 2012
ha portato a compimento il proprio Piano di Governo del
Territorio, con nuove previsioni volte a saturare completamente
le poche superfici agricole superstiti, attraverso ben 4 ambiti
di trasformazione per un totale di 150 ettari (la più grande, il
Golfo Agricolo, alle spalle di Milano 2, estesa per quasi 100
ettari su terreni in gran parte di proprietà dell'immobiliare
Segrate 2000 il cui amministratore unico è Alessandro Cantoni),
e ad aumentare la popolazione del 50%, dato denunciato nelle
osservazioni a suo tempo depositate da Legambiente Lombardia, e
giustamente rilevato e stigmatizzato dal giudice amministrativo
nel dispositivo della sentenza.
Il giudice amministrativo, in particolare, ha convalidato le
tesi dei ricorrenti (cittadini segratesi e associazioni
ambientaliste), circa l'aleatorietà dei dati con cui gli
estensori del piano urbanistico ne avevano certificato la
conformità al piano territoriale provinciale, nonostante gli
ambiti di trasformazione previsti avrebbero provocato una
urbanizzazione superiore di 13,5 volte (!) rispetto ai limiti
imposti dalla Provincia nel suo Piano Territoriale.
A gioire, anche a nome dei cittadini segratesi che a decine
avevano sottoscritto e sostenuto le spese di ricorso, è
Legambiente (rappresentata in giudizio dall'avv. Veronica Dini)
"Si tratta di una sentenza storica, che consolida un chiaro
orientamento giurisprudenziale con cui ora, e definitivamente,
si stabilisce che il suolo è un bene comune e che i cittadini e
le associazioni che li rappresentano hanno pieno titolo ad
opporsi a ingiustificate trasformazioni che ne comportino la
distruzione" dichiara Damiano Di Simine, presidente di
Legambiente Lombardia. "Abbiamo lavorato anni per arrivare a
questo risultato, un lavoro fatto di conflitti e battaglie
politiche e culturali, ma ora questa sentenza costringe la
politica a fare il suo lavoro, cioè a produrre norme e regole
chiare sulla tutela del suolo, che in Italia continuano a
mancare, per evitare che i cittadini siano lasciati soli
nell'azione di contrasto di speculazioni e soprusi a danno del
paesaggio".
Quello che serve è ora la rapida approvazione di una legge
nazionale che stabilisca principi e regole chiare e certe, che
valgano per gli amministratori pubblici come per gli operatori.
"Non possiamo fare a meno di rilevare che, senza questa
sentenza, la legge regionale che la Lombardia si è data per
regolamentare il consumo di suolo sarebbe stata del tutto
impotente nei confronti della cementificazione di Segrate -
rileva Di Simine - addirittura, secondo le definizioni
della legge regionale lombarda, quei centocinquanta ettari
agricoli sacrificati all'urbanizzazione non sarebbero nemmeno
stati classificati come consumo di suolo. Per questo urge una
azione legislativa che faccia ordine e chiarezza, anche sulle
definizioni di suolo, quindi sull'oggetto della tutela"
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